L’Adaptive Learning in pratica

In che senso l’adaptive learning ha un impatto fondamentale nelle organizzazioni complesse? È stato il tema del webinar che lo scorso 20 gennaio abbiamo tenuto insieme al nostro partner Area9. Riccardo Larini, Solution Architect di Area9, e il nostro Edoardo Gironi hanno approfondito un ulteriore aspetto di questa che è la frontiera più innovativa della formazione moderna.

Ricordiamo innanzitutto che cosa è l’adaptive learning. Come ci ha spiegato Larini, è sostanzialmente la personalizzazione estrema dell’apprendimento resa possibile dall’Intelligenza Artificiale.

La metodologia adattiva consente una riduzione dei tempi di apprendimento fino al 50% e allo stesso tempo una reale assimilazione del 100% dei contenuti.

Questo non significa che sia la soluzione migliore sempre e comunque. Sicuramente può essere interessante per moltissime tipologie di utenti, ma l’adaptive learning risulta avere un impatto particolarmente significativo in presenza di determinate condizioni.

Per cominciare pensiamo ai casi in cui è critico ridurre il tempo sottratto al lavoro e far rendere al massimo il tempo della formazione. Tipici esempi: il training nei call center o la formazione delle grandi reti di vendita.

Un’altra situazione ideale è quella delle grandi organizzazioni che devono formare un grandissimo numero di persone, magari sparse in diverse sedi. Oppure ancora, laddove un pubblico eterogeneo va portato a livelli di competenze omogenee, come nei processi di onboarding aziendali.

Abbiamo detto che questa metodologia porta il learner all’apprendimento del 100% dei contenuti.

Questo avviene grazie alla particolare modalità di progettazione e all’estrema personalizzazione gestita dall’IA, tali per cui è possibile verificare che il learner abbia realmente appreso ogni aspetto del contenuto erogato. Solo allora il corso è considerato concluso.

Per questo l’adaptive è particolarmente indicato nei casi in cui i risultati della formazione hanno conseguenze importanti e quindi si deve essere sicuri che i corsisti non abbiano lacune. Pensiamo ad esempio ai corsi sulla sicurezza oppure quelli in campo medico e farmacologico.

Per lo stesso motivo, una piattaforma adaptive risulta molto utile anche nella preparazione ad esami per abilitazioni e certificazioni. La verifica puntuale e personalizzata sul 100% dei contenuti permette di acquisire una ragionevole certezza di essere preparati a sufficienza per passare l’esame.

In sintesi, il webinar ha messo in chiaro che l’adaptive learning si posiziona sulla frontiera più avanzata della formazione digitale moderna, soprattutto quando è necessario:

  • assicurare l’acquisizione piena e completa di contenuti e concetti;
  • avere questa acquisizione in tempi compressi.

Questa metodologia richiede competenze specifiche di progettazione e organizzazione dei contenuti, ma su questo avremo sicuramente modo di tornare in futuro.

Il futuro dell’e-learning secondo iSpring

Continuiamo e concludiamo la chiacchierata con Nadya Stels, Partnership Manager Europe di iSpring. Dopo aver parlato qui di iSpring e della sua partnership con APPrendere,  buttiamo uno sguardo al futuro dell’e-learning. Ricordando che il 20 e 21 ottobre si terranno gli iSpring Days Italy, completamente on line, di cui puoi scoprire il programma a questa pagina.

Quali sono le principali richieste che le aziende hanno per l’e-learning?

Prima di tutto, le aspettative diventano sempre più concrete oggigiorno. I professionisti della formazione aziendale hanno urgente bisogno di strumenti che consentano loro di creare e fornire formazione in modo semplice e rapido.

Soprattutto mi riferisco ad aziende che non hanno mai utilizzato l’e-learning. Ora necessitano di erogare programmi di formazione online molto velocemente per fornire ai propri dipendenti le competenze necessarie per svolgere le proprie mansioni. 

Anche i professionisti con una chiara visione di come formare i dipendenti con la formazione online devono affrontare le problematiche legate all’espansione del nuovo metodo, poiché devono provvedere alla formazione di un maggior numero di dipartimenti. In precedenza, il focus era sui reparti di vendita, sui team di assistenza o sui merchandiser, numerosi dipartimenti che necessitano di una conoscenza periodica e costante.

In questo momento però c’è una nuova richiesta di formazione interna per quasi tutte le posizioni lavorative.

Ad esempio percorsi di apprendimento individuali per manager e direttori (compresa la necessità di sviluppare una nuova competenza: gestire i team remoti online).

Come vedi il futuro dell’e-learning?

Il Team di iSpring conduce regolarmente sondaggi per conoscere le opinioni dei nostri clienti e partecipiamo a conferenze per capire come si sta evolvendo il concetto di e-learning in tutto il mondo. Ritengo quindi che possiamo individuare alcune tendenze comuni in questa nuova realtà post-pandemia per il futuro dell’e-learning.

Sempre più dipendenti non vogliono più solo uno stipendio adeguato, ma si aspettano anche che il loro lavoro sia interessante, di valore e che dia loro opportunità di crescita e sviluppo personale. Questo rende una formazione aziendale di alta qualità un must per qualsiasi azienda che mira al successo, in quanto aiuta ad accrescere la fedeltà all’azienda e a diminuire il turnover del personale.

I dipendenti diventano più sensibili al modo in cui un’azienda si occupa del loro sviluppo e della loro crescita professionale.

Non sono più interessati a seguire un programma di formazione comune. Ora si aspettano che i loro percorsi di apprendimento vengano adattati alle loro esigenze e ai loro interessi.

Questo approccio è vantaggioso anche per l’azienda, poiché i percorsi di formazione personalizzati possono incrementare il potenziale dei dipendenti verso un livello più alto.

E ovviamente dovremmo menzionare l’evoluzione dell’alta tecnologia che ha luogo proprio ora, come l’intelligenza artificiale (AI), la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR). Sebbene in questo momento applicarli possa essere piuttosto costoso e dispendioso in termini di tempo, ogni giorno vediamo come contribuiscono allo sviluppo dell’eLearning.

 Cosa consiglieresti ad un’azienda che sta valutando di passare all’e-learning?

Consiglierei di cominciare ad individuare gli obiettivi e i risultati che l’azienda vuole raggiungere in un determinato periodo. Dopodiché, si deve scoprire quali risorse mancano all’azienda. Tra questi ci potrebbero essere nuovi software e servizi (come uno strumento di authoring per creare materiali didattici e un LMS per distribuirli ai dipendenti).

E, naturalmente, per molte aziende che stanno iniziando la loro strada nell’e-learning sarebbe davvero utile, e farebbe risparmiare tempo, avvalersi dell’assistenza di professionisti di alta professionalità che abbiano una profonda conoscenza dell’e-learning e una grande esperienza pregressa.

ha collaborato Valeria Micci

Un futuro che è già presente

Sul sito di Eni è possibile leggere (studiare) questo articolo che parla del nostro tema preferito: come siamo messi con la digitalizzazione della formazione. Si tratta di un post datato 20 luglio 2020, la cronaca corre veloce e alcune considerazioni scadono dopo pochi giorni, ma troviamo comunque un buon numero di spunti meritevoli di considerazione.

Innanzitutto i dati esposti: il Datalab di Eni ha condotto un rilevamento sistematico delle conversazioni su Twitter facendo emergere i contenuti relativi alla formazione digitale, scolastica e aziendale.

L’osservazione scientifica sul campo conferma che quello della formazione digitale e più in generale della digitalizzazione della nostra società è uno dei temi cruciali di questo periodo. Risalta, a fronte dello sviluppo tecnologico, lo spiazzamento che vivono le persone a causa del ritardo di preparazione sia tecnica che, prima ancora, culturale.

Vi si legge anche che, a differenza del sistema scolastico, il sistema economico-aziendale era già proiettato nel mondo della formazione digitale: il Covid ha accelerato un processo che era già in corso e che già stava prendendo forma in misura significativa. Questo è uno spunto di riflessione interessante per chi ancora pensa che la formazione digitale sia il futuro: in realtà, essa è il presente.

Sì, lo so, il titolo dell’articolo parla di “primi passi nella formazione del futuro”. Ma sappiamo bene quanto rapidamente il futuro ci arrivi addosso, e quanto sia importante anticipare le mosse.

Viviamo in un ambiente digitalizzato ed è urgente ri-allineare le nostre attitudini – mentali e di comportamento – al livello di pervasività ormai raggiunto dalla presenza tecnologica.

Nel rimandarvi alla lettura approfondita del post, non resta che fare nostra la conclusione del post di Eni: “l’e-learning e la formazione online saranno sempre più presenti nelle nostre vite, sia scolastiche che professionali, come strumenti indispensabili per garantire un’istruzione sempre più equa e inclusiva”.

microlearning

Il nostro webinar sul microlearning

Nel caso non abbiate avuto la possibilitá di seguire il nostro webinar “Come creare un corso microlearning da zero” oppure vorreste rivedere la registrazione ti lasciamo il link dove poter scaricare la registrazione.

Per tutte le domande o ti servisse qualche altra spiegazione contattaci.

Buona visione!

 

 

 

Formare le persone ai tempi del Coronavirus

Aule cancellate, fatturato azzerato e nessuna idea di quando si potrà tornare a lavorare. Per un formatore i tempi del COVID-19 sono senza dubbio un momento particolarmente difficile.

In APPrendere, così come in tutte le aziende che si occupano di formazione digitale, siamo sommersi da richieste da aziende di consulenza e da freelance alla urgente ricerca di modi per proseguire i programmi in corso e progettare nuove possibili soluzioni formative.

Noi siamo pronti, e siamo sinceramente felici di poter dare il nostro contributo. E’ importante però comprendere quali sono le differenze, cioè in che senso la formazione digitale è diversa da quella in aula. Non posso pretendere di usare un’automobile o una bicicletta nello stesso modo. Entrambe hanno pregi e limitazioni di cui dobbiamo tener conto.

  • Fare formazione digitale non è caricare su un sito (o una piattaforma) la presentazione in PowerPoint che ha funzionato così tante volte in aula.
  • Nel mondo digitale (ma forse anche in quello reale!) non è sufficiente avere dei contenuti che siano imperdibili per profondità o specializzazione. Questi stessi contenuti devono anche essere accattivanti, gradevoli e ben presentati.
  • Un webinar deve essere progettato e condotto in modo adeguato. Ci sono strumenti e tecniche specifiche per condurre un webinar capace di realizzare gli obiettivi che ci si prefigge.
  • La conduzione di un’aula virtuale non ha nulla a che fare con quella di un’aula fisica. Bisogna organizzare i tempi e gli strumenti didattici in modo differente. Organizzare i lavori di gruppo e le attività in modo completamente differente.
  • Formazione blended non è alternare presentazioni con filmati di YouTube. È progettare le interazioni tra discenti e docenti, nonché tra i discenti stessi. È mantenere dei ritmi fra sincrono e asincrono in grado di mantenere coinvolti i partecipanti.

Lasciatevi aiutare da chi questo lavoro lo fa da anni: abbiamo le competenze, le infrastrutture, gli strumenti e l’esperienza per aiutarvi a cogliere e sfruttare i vantaggi della formazione digitale.

Siete esperti di change management. È arrivato il momento di applicare per voi quelle competenze. Ora è necessario cambiare tutto se vogliamo che nulla cambi (o quanto meno ci si possa adattare velocemente al cambiamento).

cosa é elearning

Che cosa é l’e-learning

Basta una video-conferenza per poter dire che stiamo facendo formazione a distanza, nota anche come e-learning? La risposta è no. Vediamo perché.

La conferenza, come dice il nome, è quella cosa in cui diverse persone si riuniscono per conferire tra loro. L’etimologia della parola fa riferimento al concetto di “portare insieme”, poi divenuto “confrontare”. Una video-conferenza non è altro che un incontro di persone che usano gli strumenti digitali anziché incontrarsi fisicamente.

In questa pagina trovate una panoramica delle piattaforme più usate, da scegliere in funzione delle esigenze specifiche come ad esempio il numero di persone o le funzionalità richieste.

La video-conferenza non è uno strumento specificamente dedicato, né può coprire l’intera gamma delle possibili attività di formazione. Di fatto, essa è la semplice trasposizione digitale di ciò che si fa nel mondo materiale: la “lezione frontale”.

La quale “lezione frontale” è tutt’altro che la miglior soluzione per l’apprendimento degli adulti. Posto che è ormai tempo di interrogarci sulla reale efficacia di questo metodo anche con i ragazzi a scuola, gli adulti hanno esigenze e dinamiche di apprendimento del tutto diverse da quelle rese canoniche dalla scuola dell’era industriale.

E a prescindere dall’età dei discenti, parlare di e-learning significa riferirsi a qualcosa di molto diverso, e ben più complesso, che si regge su almeno 3 pilastri irrinunciabili: una organizzazione specifica, una infrastruttura dedicata, l’autonomia e l’iniziativa degli utenti (gli “studenti”).

Si tratta di allestire un ambiente digitale, come una sezione di sito web, contenente materiali di testo e multimediali, nonché sistemi di monitoraggio delle attività di ciascun utente e verifica dei progressi. Tale ambiente è collegato in modo trasparente con i sistemi aziendali – quali HR o sales, per esempio – così che i dati e le informazioni siano disponibili in modo immediato e i percorsi formativi siano aderenti alla realtà aziendale specifica.

L’e-learning richiede metodologie didattiche specifiche e strumenti dedicati, a partire dalle piattaforme come quelle di Docebo e Dokeos, partner di Apprendere. Calibrata ognuna per tipi di esigenze diverse, sono appunto le infrastrutture che forniscono i moduli e le funzionalità che poi Apprendere articola secondo ciascuno specifico progetto, “arredandole” con i corsi del caso. Corsi che, a loro volta, richiedono una impostazione metodologica e una progettazione altrettanto specifiche e dedicate.

Perché non basta una videoconferenza per fare formazione a distanza.

 

 

Webinar 18 marzo 2020

Webinar “Come creare un corso microlearning da zero”

Il COVID-19 sta obbligandoci a fare cose in modo completamente diverso e a volte nuovo. Tra queste la formazione.
In questi giorni sono davvero tantissime le richieste di informazioni che stanno arrivando ad APPrendere.

Richieste che arrivano da grandi organizzazioni che devono potenziare la loro Digital Academy a piccole società di consulenza e formazione che non hanno mai avuto l’opportunità di studiare cosa e come cambia portare la formazione online.

Per contribuire a fare un po’ di chiarezza abbiamo pensato di organizzare una serie di articoli e webinar per aiutare a orientarsi nel mondo della formazione digitale.

Il primo di questi webinar “Come creare un corso microlearning da zero” si terrà Mercoledì 18 marzo alle ore 17:00. Puoi registrarti a questo link: https://lnkd.in/erT7Ucv

I posti sono (purtroppo limitati) registrati subito per non perdere il posto. A presto!